domenica 30 marzo 2014

Il villaggio di minatori di Aberowen

(pag.17) "Lo stesso giorno in cui Giorgio V fu incoronato nell'abbazia di Westminster a Londra, Billy Williams scese per la prima volta in miniera ad Aberowen, nel Galles meridionale.
Era il 22 giugno 1911, e Billy compiva tredici anni."

Il romanzo si apre il giorno del compleanno di uno dei protagonisti,  data significativa dal punto di vista storico durante la quale fu incoronato Giorgio V d’Inghilterra.
Tuttavia il primo paesaggio che ci è presentato dall'autore è quello di un quartiere di minatori della cittadina gallese di Aberowen (inventata dallo scrittore).

[foto: www.trattoriaelim.it  Miniera e villaggio gallese nel 1830]

(pag.18) “[…]Billy guardò fuori dalla finestra. Non riuscì a vedere altro che un cumulo di scorie, una montagna grigio ardesia di residui e scarti della miniera di carbone, costituiti soprattutto da scisto e arenaria [… ] Non c’era neanche uno specchio. Una porta conduceva in cima alle scale, l’altra costituiva l’unico accesso alla camera sul davanti, grande abbastanza da contenere due letti. Ci dormivano i genitori di Billy e, anni prima, anche le sue sorelle. La primogenita, Ethel, non viveva più con loro e le altre tre erano morte: una di morbillo, una di pertosse e l’altra di difterite. C’era stato anche un fratello maggiore, che divideva il letto con Billy prima dell’arrivo del nonno. Si chiamava Wesley ed era stato ucciso sottoterra da un carrello fuori controllo, uno di quei vagoncini su ruote che trasportavano il carbone”.


Subito il lettore entra in contatto con i degrado dei quartieri operai, costruiti dai proprietari di fabbriche e miniere e dati in affitto ai lavoratori. Sono evidenti lo squallore del luogo (gli scarti della miniera a ridosso delle abitazioni), i pericoli legati alle malattie, che si propagavano facilmente in tale ambiente insalubre, e agli incidenti sul lavoro.

(pag.19) “Quasi tutto il pianterreno era occupato dal soggiorno, circa quattordici metri quadrati, con un tavolo al centro, il caminetto su un lato e un tappeto fatto in casa sul pavimento in pietra […] Andò in cucina, sul retro. Immerse un pentolino di latta nel barile dell’acqua e, dopo essersi lavato il viso e le mani, lo svuotò nel basso lavello di pietra. In cucina c’era una tinozza di rame sopra una griglia per il fuoco, ma veniva usata solo la sera del bagno, cioè il sabato.
Era stato promesso che presto avrebbero avuto l’acqua corrente, già presente nelle case di alcuni minatori. A Billy pareva un miracolo che per prendere una tazza d’acqua fresca bastasse aprire il rubinetto anziché andare con un secchio alla fontanella in strada. Ma l’acqua non era ancora arrivata nelle abitazioni di Wellington Row, dove viveva la famiglia Williams”.

Nelle grandi città industriali, la differenze tra centro e periferia era evidente sotto il piano dell’ordine e dei servizi.
Nei quartieri residenziali cominciava a nascere l’urbanistica, che cercava di dare una pianta precisa alla città e un aspetto esteticamente bello, mentre nella periferia le case sorgevano ammassate, di solito case a schiera, piccole e troppo vicino alle fabbriche;
il principio di costruzione non era la funzionalità, ma piuttosto l’economia degli spazi e del denaro, e non ci si occupava di dare dei servizi obbligatori come le fognature e l'acqua corrente.


 Con la nascita dell'Urbanistica, specie nel periodo della seconda rivoluzione industriale si iniziano anche delle operazioni di rimodernamento dei centri urbani. Negli ultimi decenni del XIX secolo le amministrazioni delle grandi città iniziarono infatti a pianificare interventi di ristrutturazione urbanistica su larga scala, come ad esempio la grande trasformazione operata a Parigi durante il Secondo Impero. Fu proprio per la necessità di mettere ordine e poter controllare queste enormi caotiche aree urbane che si iniziò in tutti i paesi industrializzati a sviluppare le reti stradali, fognarie e i servizi pubblici in generale.

(pag.24) “Billy aveva imparato a scuola che Aberowen era stata un tempo la sede di un mercato che serviva i contadini delle colline circostanti. Dalla parte alta di Wellington Row si vedeva la vecchia zona commerciale con i recinti scoperti per il bestiame, l’edificio del mercato della lana e la chiesa anglicana, tutti sulla stessa sponda del fiume Owen, in realtà poco più di un torrente. Ora la linea ferroviaria tagliava la cittadina come una ferita, che terminava alla torre di estrazione. Le abitazioni dei minatori erano cresciute lungo i fianchi della valle: centinaia di case di pietra grigia con il tetto di ardesia del Galles di un grigio più scuro. Le lunghe file serpeggianti seguivano i contorni della montagna ed erano attraversate da strade più corte che scendevano a precipizio verso il fondovalle.”

L’autore fornisce una descrizione di questo paese ispirandosi alla conformazione delle località minerarie gallesi.
Da sottolineare la ferrovia che “ora tagliava la cittadina come una ferita”, rappresentata quindi come qualcosa di anomalo che aveva deturpato il paesaggio.
La presenza del treno rivoluzionò gli spostamenti e rese possibile, oltre che lo spostamento da città in città, il trasporto delle materie prime dal luogo di estrazione alla fabbrica. La ferrovia fu perno della rivoluzione industriale. Come vedremo in un post successivo, divenne determinante nella prima Guerra Mondiale per il rapido spostamento degli eserciti e delle armi.

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