(pag.864) “sempre,
pensò furibondo: quell’uomo era praticamente un bolscevico.
Il generale Boldyrev
era un omone dall’aspetto impacciato. «Abbiamo mobilitato duecentomila uomini»
disse a Fitz in tono orgoglioso. «Riesce a equipaggiarli?»
«Sono davvero
impressionato» replicò Fitz, ma soffocò un sospiro. Quello era proprio il modo
di pensare che aveva causato la sconfitta dell’esercito russo, composto da sei
milioni di soldati, da parte di forze molto più esigue come quelle tedesche e austriache.
Boldyrev portava persino le assurde spalline tanto amate dall’antico regime:
grosse patacche rotonde con tanto di frange che lo facevano sembrare un
personaggio di un’operetta comica di Gilbert e Sullivan. In russo, Fitz
aggiunse: «Ma se fossi in lei rimanderei a casa metà dei coscritti».
Boldyrev era
sconcertato. «Perché?». «Al massimo possiamo
equipaggiarne centomila. E devono essere anche addestrati. Meglio avere un
piccolo esercito disciplinato piuttosto che un ammasso di gentaglia pronta a
ritirarsi o ad arrendersi alla prima opportunità.»”
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