(pag.777) “Non si
potevano commettere errori.
L’atto finale della
rivoluzione doveva essere decisivo, Grigorij ne era consapevole. Si assicurò
che gli ordini fossero chiari e arrivassero a destinazione nei tempi dovuti. Il
piano non era complicato, ma lui temeva che la tabella di marcia di Trockij
fosse ottimistica. Il grosso della forza d’attacco sarebbe stato costituito da
marinai rivoluzionari. La maggior parte arrivava, in treno o per nave, da
Helsinki, il capoluogo della regione finnica. Partirono alle tre del mattino.
Altri venivano da Kronstadt, l’isola a una trentina di chilometri dalla costa
che ospitava una base navale.
Era previsto che l’attacco
sarebbe stato sferrato a mezzogiorno.
Come un’azione di
guerra su un campo di battaglia, avrebbe avuto inizio con un tiro di
sbarramento dell’artiglieria: i cannoni della Fortezza di Pietro e Paolo
avrebbero sparato al di là del fiume per abbattere le mura del palazzo, poi i
marinai e i soldati avrebbero preso possesso dell’edificio. Trockij disse che
tutto sarebbe finito entro le due, l’ora in cui sarebbe dovuto iniziare il
Congresso panrusso dei soviet.
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