(pag.801) “Avevano
anche un mortaio Stokes, un’arma che sparava granate da otto centimetri di
diametro fino a quasi ottocento metri di distanza.”
(pag.804) “Più in là nella trincea incontrò
Johnny Ponti. «Fa’ cantare quel mortaio, scapolo Johnny. Fa’ saltare per aria
quei bastardi.»
«Bene» disse lui.
Predispose il bipiede di sostegno in una piazzola della trincea. «Qual è la
distanza, cinquecento metri?»
Il compagno di Johnny
era Sugna Hewitt, un ragazzo dal faccione tondo, che salì sul gradino di tiro e
gridò di rimando: «Sì, da cinque a seicento metri». Billy diede un’occhiata per
controllare, ma Sugna e Johnny avevano già lavorato insieme e lasciò a loro la
decisione.
«Due anelli, allora, a
quarantacinque gradi» disse Johnny. Alle granate autopropulse potevano essere
rimosse cariche di propellente, sotto forma di anelli, per accorciarne la
gittata.
Johnny saltò sul
gradino per dare un’altra occhiata ai tedeschi, poi aggiustò il tiro. I soldati
nelle vicinanze si scostarono ben bene dal mortaio. Johnny fece scivolare una
granata nel tubo. Quando questa colpì il blocco di culatta in fondo al tubo, un
percussore innescò il propellente, che sparò il proiettile.”
[foto: talpo.it Schema di
funzionamento di un mortaio Stokes]
[foto: talpo.it Schema di
funzionamento di una granata autopropulsa]
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