giovedì 15 maggio 2014

Mortaio Stokes e granate autopropulsive

(pag.801) “Avevano anche un mortaio Stokes, un’arma che sparava granate da otto centimetri di diametro fino a quasi ottocento metri di distanza.”

 (pag.804) “Più in là nella trincea incontrò Johnny Ponti. «Fa’ cantare quel mortaio, scapolo Johnny. Fa’ saltare per aria quei bastardi.»
«Bene» disse lui. Predispose il bipiede di sostegno in una piazzola della trincea. «Qual è la distanza, cinquecento metri?»
Il compagno di Johnny era Sugna Hewitt, un ragazzo dal faccione tondo, che salì sul gradino di tiro e gridò di rimando: «Sì, da cinque a seicento metri». Billy diede un’occhiata per controllare, ma Sugna e Johnny avevano già lavorato insieme e lasciò a loro la decisione.
«Due anelli, allora, a quarantacinque gradi» disse Johnny. Alle granate autopropulse potevano essere rimosse cariche di propellente, sotto forma di anelli, per accorciarne la gittata.
Johnny saltò sul gradino per dare un’altra occhiata ai tedeschi, poi aggiustò il tiro. I soldati nelle vicinanze si scostarono ben bene dal mortaio. Johnny fece scivolare una granata nel tubo. Quando questa colpì il blocco di culatta in fondo al tubo, un percussore innescò il propellente, che sparò il proiettile.”

[foto: talpo.it Schema di funzionamento di un mortaio Stokes]

[foto: talpo.it Schema di funzionamento di una granata autopropulsa]


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