(pag.733) “Il popolo
russo non voleva la guerra. L’annuncio di Pavel Miljukov – il ministro degli
Esteri con il monocolo – che la Russia puntava ancora alla “vittoria decisiva”
aveva riportato in strada fiumi di operai e soldati furiosi. Kerenskij, il
giovane e istrionico ministro della Guerra a cui era stato affidato l’incarico
della nuova offensiva, aveva reintrodotto nell’esercito la fustigazione e
ristabilito l’autorità degli ufficiali. Ma i soldati avrebbero combattuto?”
Lo scrittore con l’espressione “il ministro degli Esteri con il monocolo” vuol forse far capire fra le
righe l’anacronismo del personaggio politico che presenta, tra l’altro incaricato per la
politica estera, simboleggiato da un suo accessorio, il
monocolo, non più di moda.
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