(pag.394-395) “Individuò due sergenti, uno
inglese e l’altro tedesco, impegnati in una conversazione. Toccò sulla spalla l’inglese.
«Tu!» disse. «Cosa diavolo stai facendo?»
L’uomo gli rispose con
la parlata gutturale dei portuali di Cardiff. «Non so com’è successo
esattamente, signore. Qualche crucco è salito sul parapetto, disarmato, e ha
gridato “buon Natale” nella nostra lingua. Allora uno dei nostri ha fatto lo
stesso, poi hanno cominciato a camminare andandosi incontro e in un batter d’occhio
stavano imitando tutti il loro esempio.»
«Ma nelle trincee non è
rimasto nessuno!» gridò Fitz infuriato. «Non vedete che potrebbe essere un
trucco?»
Il sergente osservò la
prima linea, da entrambi i lati. «No, signore, se proprio devo essere onesto,
non posso dire di vederlo» rispose in tono gelido.
Quell’uomo aveva
ragione. Com’era possibile che il nemico approfittasse del fatto che le truppe
di prima linea dei due schieramenti avessero fraternizzato?
Il sergente indicò il
tedesco. «Lui è Hans Braun, signore. Faceva il cameriere all’hotel Savoy di
Londra. Parla inglese!»
Il sergente tedesco
salutò Fitz. «Felice di fare la sua conoscenza, maggiore. Buon Natale.» Aveva
meno accento del sergente di Cardiff. Gli porse una fiaschetta. «Le va un
goccio di schnaps?»
«Santo cielo» disse
Fitz, e se ne andò.
Non poteva farci
niente. Sarebbe stato difficile mettere fine a una situazione del genere
persino con l’appoggio di sottufficiali come il sergente gallese. Senza il loro
aiuto, era impossibile. Decise che era meglio riferire l’accaduto a un
superiore e lasciare che fosse qualcun altro a occuparsi di quel problema. […] I
soldati cominciarono a giocare a calcio, Gran Bretagna contro Germania,
impilando i berretti delle uniformi per fare i pali delle porte.”
[foto: informarexresistere.fr ]