(pag.105-106) “Grigorij
iniziò la dimostrazione. Fece un cenno con il capo a Isaac, un uomo della sua
stessa età, capitano della squadra di calcio della fabbrica. Isaac aprì lo
stampo. Poi, insieme a Varja, prese un modello in legno levigato di ruota di treno
flangiata di per sé un esempio di grande perizia -, con raggi di sezione
ellittica distribuiti uno ogni ventesimo di circonferenza e rastremati dal
mozzo al bordo esterno. La ruota era destinata a una grossa locomotiva 4-6-4, e
il modello era alto quasi come le persone che lo sollevavano. Lo premettero
dentro una vasca riempita con un impasto umido sabbioso da stampaggio. Isaac vi
posò sopra la conchiglia di ghisa per formare la superficie di contatto e la
flangia, e infine la parte superiore dello stampo.
Aprirono il manufatto
assemblato e Grigorij ispezionò la forma impressa dal modello: non si vedevano
irregolarità apprezzabili. Cosparse l’impasto sabbioso di un nero liquido
oleoso, quindi richiuse il contenitore. «Ora state indietro, per favore» disse
ai visitatori.
Isaac spostò il
beccuccio del crogiolo sul foro d’entrata sopra lo stampo. Poi Grigorij tirò
piano la leva, che fece inclinare il crogiolo. L’acciaio fuso colò lentamente
nello stampo: dagli sfiatatoi uscì sibilando il vapore della sabbia umida.
Grigorij sapeva per esperienza quando alzare il crogiolo e interrompere la
colata. «Il passo successivo è perfezionare la forma della ruota» disse.
«Siccome il metallo incandescente impiega molto tempo a raffreddarsi, ho qui
una ruota prodotta in precedenza.»
Era già sistemata su un
tornio e Grigorij fece un cenno a Konstantin, il
tornitore, figlio di Varja. […] Avviò il motore elettrico facendo girare la
ruota ad alta velocità e cominciò a rifinirla con una lima.
[…]
Grigorij fece un cenno
a Konstantin e lui fermò il tornio. «Poi le dimensioni della ruota vengono
controllate con il calibro.» Alzò lo strumento. «Le ruote dei treni devono
essere di dimensione perfetta. Se il diametro varia più di un millimetro e
mezzo, che è più o meno la grandezza della mina di una matita, la ruota va fusa
nuovamente e rifatta.»
«Quante ruote riuscite
a produrre in un giorno?» chiese Fitzherbert nel suo russo dal pesante accento
straniero.
«In media sei o sette,
oltre a quelle che scartiamo.»
Intervenne Dewar, l’americano.
«Quante ore lavorate?»
«Dalle sei del mattino
alle sette di sera, dal lunedì al sabato. La domenica ci permettono di andare
in chiesa.»”
Siamo nel febbraio del 1914, e la Russia sta potenziando le
vie di comunicazione ferroviarie per una possibile guerra in Europa.
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