(pag.338) “«[…] Gli
operai specializzati come voi ci servono per costruire i treni, non per fermare
i proiettili tedeschi: quello può farlo anche un contadino illetterato. Il
governo ancora non l’ha capito, ma con il tempo ci arriverà, e allora mi
ringrazierà.» "
La mano d’opera qualificata era preziosa nelle fabbriche e
non andava “sciupata in guerra”. I Russi avevano capito l’insufficienza dei
loro mezzi ferroviari, e dovevano provvedere prima di una possibile guerra, per
non ricadere in una situazione di insufficienza di infrastrutture come durante la guerra del Giappone.
Il ruolo degli operai in fabbrica sarebbe stato tanto
importante quanto quello dei soldati al fronte.
(pag.338) “Nelle
officine Putilov si costruivano più treni che mai. L’esercito doveva presumere
che locomotive e vagoni sarebbero stati distrutti dai bombardamenti, e non
appena fosse iniziato il conflitto ci sarebbe stato bisogno di ricambi. Si
facevano quindi pressioni sulla squadra di Grigorij affinché producesse ruote a
un ritmo più rapido.
[…] Era un piccolo
capannone, e la fornace, che già lo rendeva rovente in inverno, ora, in piena
estate, lo trasformava in un vero e proprio inferno. Il metallo strideva e
ronzava passando nei torni che lo modellavano e lo levigavano.”
[foto: kingsacademy.com Una fornace (in una fabbrica
americana) nei primi del ‘900]
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